Crassadoma tauroperstriata (Sacco, 1897)
SACCO F. 1897. I Mulluschi del terreni Terziarii del Piemonte e della Liguria. Parte XXIV (Pectinidae). 116 p., pls. 1-21. Carlo Clausen, Torino. [p. 8, pl. 1, figs. 20-24]
1897 Chlamys tauroperstriata Sacco, 1897
1914 Chlamys tauroperstriata var. ubiquestriata Cossmann & Peyrot, 1914
1897 Chlamys tauroperstriata var. simplicula Sacco, 1897
1897 Chlamys tauroperstriata var. persimplicula Sacco, 1897
1897 Chlamys tauroperstriata var. perelongata Sacco, 1897
1897 Chlamys tauroperstriata var. rotundula Sacco, 1897
1914 Chlamys tauroperstriata var. ubiquestriata Cossmann & Peyrot, 1914
1897 Chlamys tauroperstriata var. simplicula Sacco, 1897
1897 Chlamys tauroperstriata var. persimplicula Sacco, 1897
1897 Chlamys tauroperstriata var. perelongata Sacco, 1897
1897 Chlamys tauroperstriata var. rotundula Sacco, 1897
F. Sacco, 1897, plate 1.
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«Distinguunt hanc speciem a Chlamys multistriata (POLI) sequentes notae:
Testa major, laevior. Costae radiales depressiores, numerosiores (70-80), laeviores. 1842. Pecten Pusio Lk. — SISMONDA, Syn. meth., 1ª ed. p. 22 (pars). 1847. » pusio » — » » » , 2ª ed., p. 13 (pars). 1889. » » L. — SACCO, Cat. pal. Bac. plioc. Piemonte, Nº 1291 (pars). Aquitaniano : Colli torinesi (frequente). Elveziano: Colli torinesi, Baldissero, Albugnano (frequente). OSSERVAZIONI. — Questa forma sta alla C. multistriata ad un dipresso come l'A. scabrellus var. taurolaevis sta al tipico A. scabrellus, quindi parrebbe logico anche di questa forma costituire solo una varietà della C. multistriata alla quale collegasi per mezzo della var. costicillatissima e dalla quale difficilmente discernesi nello stato giovanile, oppure innalzare la forma taurolaevis al grado di specie distinta ciò che sarebbe anche più accettabile; nella forma in esame però oltre alla depressione delle coste, ciò che costituirebbe quasi direi un carattere miocenico, notansi pure dimensioni assai maggiori, tendenza a semplificazione nell' ornamentazione costale, ecc. quantunque trovisi pure qualche esemplare a coste abbastanza rialzate in maniera da avvicinarsi molto alla var. costicillatissima. Nelle forme tortoniane di Montegibbio che ebbi in esame constatai un bellissimo passaggio tra la C. tauroperstriata e la C. multistriata. Ad ogni modo, comunque vogliansi interpretare queste variazioni delle forme degli Aequipecten e delle Chlamys dal Miocene ad oggi, è interessante notare il parallelismo, direi, di dette variazioni in gruppi assai differenti, ciò che ebbi già ad osservare in altri casi. Tale fatto probabilmente è spiegabile considerando come alcune mutazioni nelle condizioni dell'ambiente producano modificazioni biologiche consimili in gruppi di animali diversi. In conclusione, assurgendo a vedute un po' sintetiche, noi assistiamo in modo meravigliosamente chiaro alle modificazioni, alla evoluzione, non più di una forma ma di un complesso faunistico, e non troviamo altre essenziali cagioni per spiegare il fatto se non le mutate condizioni d'ambiente, specialmente quelle climatologiche le quali naturalmente ne portano seco molte altre che sono strettamente connesse col clima.» FEDERICO SACCO, 1897
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«Cette espèce, qui rappelle Crassadoma multistriata (Poli, 1795) d'Europe, n'est pas signalée de l'Aquitanien par Cossmann & Peyrot. Elle est pourtant assez fréquente dans différents sites, notamment dans celui de Meilhan "Vives" (LOZOUET et al. 2001c).»
LOZOUET, P., J.-F. LESPORT, R. FAVIA, P. RENARD & P. ROCHER. 2003. Les bivalvia de l'Aquitanian (Miocène Inférieur) de Saucats "larey" (Gironde). I. -Pteromorphia. Cossmanniana, 9 (1-4): 1-45, pls. 1-19. [p. 6]
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Crassadoma tauroperstriata (Sacco, 1897); P. Lozouet et al., 2003, Les bivalvia de l'Aquitanian, plate 12, figures 1-4.
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«L'esemplare, assai ben conservato, per la sua forma generale è vicinissimo a quella forma che il Sacco (op. cit., tav. I, fig. 15) chiama var. costicillatissima della Chlamys multistriata Poli. Esso però per la forma delle orecchiette, la depressione delle coste e per la tipica biforcazione che in esse si riscontra, risponde invece assai meglio alla varietà miocenica, che il Sacco distingue col nome di Chlamys tauroperstriata, che egli del resto non tiene a mantenere come specie autonoma, avendovi aggiunto l'osservazione (an Chl. multistriata Poli var.). Tra le figure date dal Sacco quella che meglio si avvicina alla forma di Dulcigno è la fig. 24 della tav. I. Questa forma speciale venne sinora rinvenuta esclusivamente nel miocene.
È rara avendone trovato un solo esemplare nei calcari. Anche il Martelli non l'ha rinvenuta.» VINASA DE REGNY, P. E. 1904. Fossili ed impronte del Montenegro. Bollettino della Società Geologica Italiana, 23: 307-322, pl. 11. [p. 309]
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Chlamys multistriata Poli sp. var. tauroperstriata Sacco; P. E. Vinasa de Regny, 1904, Fossili ed impronte del Montenegro, plate 11, figure 6.
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