Aequipecten multiscabrella (Sacco, 1897)
SACCO F. 1897. I mulluschi del terreni terziarii del Piemonte e della Liguria. Parte XXIV (Pectinidae). Carlo Clausen, Torino, 116 p., pls. 1-21. Carlo Clausen, Torino. [p. 29, pl. 8, figs. 38-41]
1897 Aequipecten multiscabrellus Sacco, 1897
F. Sacco, 1897, plate 8.
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«Testa subrotundata, inaequivalvis, radiatim multicostata. Valvae sat regulariter convexae. Costae radiales 19-22, plerumque 20, subrotundatae, inter se valde appropinquatae. Costae et sulci intercostales umbonem versus laeves, peripheriam versus granuloso-striatellatae. Auriculae inaequales, transversim oblique striatae.
Alt. 11-30 Millim. Lat. 11-31 Millim. Elveziano: Colli torinesi, Baldissero (frequente). OSSERVAZIONI. — Questa forma ci porge ancora occasione di fare una speciale osservazione, che cioè negli Aequipecten studiati, oltre ad una data forma tipica, avente un certo numero di coste radiali, si trova una forma affatto simile a quella, ma con un numero di coste molto maggiore e quindi più ravvicinate e più gracili. Così all'A. opercularis a 20 coste, corrisponde l'A. Malvinae a 30 coste; all'A. praescabriusculus (FONT.) a 15 coste pare corrispondere l'A. camaretensis (FONT.) a 17 coste, considerando queste due forme per semplicità come due specie distinte, se qui all'A. scabrellus tipico a 15 coste circa troviamo corrispondere l'A. multiscabrellus a 20 coste circa. Se queste due forme simili, parallele direi, e distinte essenzialmente per diverso numero di coste, si trovassero sempre assieme, si potrebbero forse considerare come varietià una dell'altra, tanto più che questo carattere del numero delle coste è alquanto variabile, come ho notato per esempio nell'A. opercularis dove nelle diverse varietà esiste al riguardo una oscillazione da 15 a 20 coste; ma oltre che in verità si osserva generalmente un salto più o meno spiccato nel numero delle coste tra le due forme simili, esse soventi trovansi in piani geologici diversi, ed in generale nel Piemonte osservai che la forma multiradiata visse e si sviluppò maggiormente nel Miocene; quindi sembra naturale tenerle specificamente distinte. L'A. multiscabrellus parrebbe potersi considerare come una varietà dell'A. camaretensis, ma in verità esso si avvicina molto più strettamente alla var. taurolaevis di A. scabrellus.» FEDERICO SACCO, 1897
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